L'evento di Vivere Slow del 1 maggio "L'arte dei ciclopi" si è svolto nel bosco di Calatamauro ai piedi del Monte Genuardo fino ad uno dei "marcati" con i muretti a secco . Un'escursione particolare con nebbia, un pò di pioggia e bellissimi e suggestivi panorami.
Al rientro nel Centro Visitatori in contrada Scirotta il casaro Salvatore Martorana ha fatto vedere tutto il procedimento di produzione del formaggio e della ricotta rigorosamente di pecora. A seguire una degustazione di prodotti del territorio curata dai volontari di Vivere Slow. A far dal contorno un meraviglioso paesaggio che dal Castello di Calatamauro si estende fino ad Entella pieno di campi di grano, vigneti e di sulla.
L'arte dei ciclopi è servita anche per mettere in evidenza il duro lavoro degli allevatori e le difficoltà delle piccole aziende che non riescono a sopravvivere perchè non sono competitive con le moderne aziende meccanizzate. Ma i casari oltre che saper produrre e allevare sono i custodi di una cultura millenaria che sta per scomparire: gesti, rapporto con gli animal, custodi del territorio sui quali si potrebbe puntare per la sua salvaguardia.
Si parla di sostenibilità, di lavoro, senza affrontare i reali problemi degli allevatori, senza dare sostegno alle piccole produzioni e ai custodi del territorio che potrebbero, ad esempio, fare tanto per la prevenzione incendi boschivi. Libri di storia che riponiamo negli archivi o che usiamo per altro quando dovremmo semplicemente aprirli e leggerli perché ogni allevatore porta con sè alcuni dei tratti della nostra identità da molti dimenticata.
Salvatore è uno di questi libri, nella sua semplicità ci parla di una Sicilia accogliente, di una Sicilia dove il tempo ha trovato un equilibrio, di una Sicilia unica che tra le mille "regole" non sa districarsi. Perché nel silenzio di quanti tagliano le radici per ripensarsi altrove, ieri come oggi, c'è una ferita enorme che tutti facciamo finta di non vedere dove si specchia la nostra più grande "vergogna" e non ci rendiamo conto che per "andare avanti" quel silenzio bisogna romperlo ed essere "cittadini attivi".
Sperperiamo i fondi pubblici senza pensare a "lei", alla nostra terra che ha bisogno prima di tutto di allevatori e agricoltori che hanno radici lunghissime e mani sporche di fango o pulite per creare prodotti eccellenti e sudore e voglia di vivere nel loro ambiente e del loro lavoro.
Per questi motivi L'arte dei ciclopi non è una semplice escursione e degustazione come se ne trovano tante in giro, ma è un percorso nei luoghi storici che ci riporta ai giorni nostri e che pone alcuni punti di riflessione sul futuro della nostra terra.